Oggi l’utility (regolata) è da record

01 Ottobre 2020 _ News

Oggi l’utility (regolata) è da record

Crollano i prezzi di Borsa ma utili e dividendi continuano a crescere. Un gap tra fondamentali e valutazioni di mercato che ha creato una finestra di ingresso da non lasciarsi scappare  

 

C’è un’occasione storica e irripetibile da cogliere sui mercati finanziari. Con le utility. Ma non le tradizionali, quelle che fanno generazione per intenderci. L’opportunità maggiore è nelle utility regolate, ovvero nelle società che si occupano di trasmissione e trasporto di acqua, gas ed elettricità. Una nicchia di mercato che genera utili in crescita anno dopo anno e che non ha mai smesso di distribuire il dividendo, anch'esso in crescita costante. Eppure, il settore quest’anno è stato trascurato ingiustamente. La crisi da coronavirus ha creato delle sacche di inefficienza enormi sui mercati, con le valutazioni di Borsa che non riflettono più la bontà dei fondamentali. Nei mesi immediatamente successivi al market sell-off che ha seguito l’annuncio della pandemia, quando l’equity ha ritrovato la strada del rialzo, gli investitori si sono concentrati soprattutto sui titoli Growth di alta qualità (che tra l’altro hanno trovato un’ottima sponda proprio nelle misure di emergenza varate per contenere la diffusione del Covid-19), trascurando quei titoli dove c’era del valore reale. E ora è arrivato il momento di tornare a guardare ai fondamentali, puntando su settori come le utility regolate.

 

I numeri

Nell’ambito della gestione del fondo Pharus Sicav Best Regulated Companies, specializzato proprio sulle utility regolate, Pharus svolge regolarmente attività di due diligence, per conoscere da vicino le società in cui si investe. E di recente, in una delle conferenze a cui il team ha partecipato, era presente una società americana specializzata in reti per il trasporto dell’acqua che ha catturato in particolar modo l’attenzione dei gestori: The York Water Company. È infatti l’azienda americana che ha la storia di dividendi più lunga. Li paga continuativamente da 204 anni, con una crescita media del 7% sia in termini di crescita degli utili sia di dividendi. E in Borsa il titolo mostra un incremento medio annuo del 12% dal 1990 ad oggi.

Da qui, la scelta del team di investimento di fare un “back testing” del portafoglio del Best Regulated, diversificato per il 45% negli Stati Uniti e per l’altro 55% tra Australia, Belgio, Spagna, Italia, Canada, Regno Unito e Portogallo. I risultati dell’analisi mostrano dal 2004 a oggi una crescita costante del dividendo pari al 6% all’anno, mentre dal 2010 i prezzi di Borsa sono cresciuti in media del 14% l’anno. Ma l’elemento più interessante arriva dal confronto storico tra dividendi e valutazioni di mercato, che viaggiano praticamente allineati su una linea retta crescente. Quest’anno invece si è venuto a creare un gap, con i dividendi che hanno proseguito il loro cammino al rialzo (anche l’utile per azioni è cresciuto, del 6% nel primo trimestre e del 10% nel secondo, contro cali dell’S&P500 rispettivamente del 15% e del 25%) e i prezzi di Borsa che sono letteralmente crollati.

Una divergenza, molto simile a quella che si era venuta a creare con la crisi finanziaria del 2008 e che non trova giustificazione nei fondamentali.

Da qui l’occasione storica e irripetibile. Una finestra di ingresso che non bisogna lasciarsi scappare. È vero che da inizio anno il Best Regulated (è stato lanciato ad aprile dello scorso anno e a fine 2020 stava già guadagnando il 7,26%) è ancora in rosso del 7%, ma il dato non deve spaventare, soprattutto considerando che il mondo infrastrutturale registra cali compresi tra il 15% ed il 20%. Anzi, bisogna guardarlo proprio come un’opportunità, da cogliere con il corretto orizzonte temporale, che per titoli caratterizzati da queste crescite costanti, non può che essere quello del lungo periodo. L’evidenza empirica ci dice che, a meno di una nuova ondata del virus, i titoli che compongono il portafoglio hanno tutti i numeri per poter recuperare il terreno perduto.

 

I driver

Tra i principali driver di crescita ci sono appunto i fondamentali, con gli utili e i dividendi pagati che sono in costante crescita. Ma non solo. Ci sono altri due elementi che giocano a favore del settore. Uno di questi è il tema infrastrutture, che richiamano numerosi investimenti, considerando che necessitano di un processo di rimodernizzazione. E poi c’è tutto il filone della transizione energetica e della decarbonizzazione, tra i principali protagonisti di un cambiamento epocale.

 

Insomma, siamo seduti su un business che non solo è performante, ma anche sostenibile.

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